Ci sono realtà che fanno grande l’Italia vitivinicola nel mondo, realtà fatte di storia, di lavoro, di perseveranza e di ricerca continua. Una di queste è senza ombra di dubbio rappresentata da Casanova di Neri.
Nata del 1971 grazie a Giovanni Neri, dal 1991 è gestita dal figlio Giacomo e ad oggi conta ben 63 ettari di vigneti. Una filosofia profonda che si lega alla tradizione nel rispetto del territorio, ma che allo stesso tempo fa della ricerca un punto focale.
Vini riconosciuti come eccellenza a livello mondiale, pluripremiati dalla critica. Il Brunello di Montalcino 2012 ha ottenuto nel 2017 il 4 posto nella classifica dei 100 vini migliori al mondo per Wine Spectator.
Lo scorso anno è stato inaugurato il loro meraviglioso Relais, un antico Casale attentamente ristrutturato e circondato da vigneti che dalla collina domina il paesaggio circostante. Luogo magico per chi cerca la vera essenza di una vacanza a Montalcino.
Ricordo ancora quella meravigliosa giornata di Ottobre, mentre ammiravo i favolosi paesaggi che mi conducevano al versante Est di Montalcino.
Ad attendermi c’è Giovanni Neri, uno dei tre figli di Giacomo che condivide con la famiglia l’intera gestione dell’azienda. Montalcino la si vede perfettamente, è lì, arrampicata sulla sua collina, a dominare dall’alto tutti i suoi vigneti. Il panorama è da togliere il fiato, solo vigne e dolci curve dorate.
Giovanni mi accoglie in perfetta tenuta “total black” da cantina, le fermetazioni sono ancora in atto, l’annata è stata complicata.
Accediamo direttamente alla passerella che sovrasta i grandi tini in acciaio, l’odore del vino è così meravigliosamente “vivo”. Posso vedere l’interno delle vasche mentre Giovanni mi spiega come stanno affrontando queste vinificazioni, mostrandomi anche le vasche in legno riservate ai Cru aziendali.
L’annata caldissima e siccitosa ha costretto ad un lavoro intenso in vigna prima e in selezione poi, con particolare attenzione alla gestione del verde in pianta e delle macerazioni in vasca. Una perdita netta del 40% del raccolto ma con una qualità media molto alta derivante proprio dal particolare clima secco.
Ci spostiamo in affinamento, una distesa di tonneaux si aprono alla vista, tutt’intorno le grandi Botti in Rovere a fare da cornice. Qui riposa il Brunello di almeno 3 annate.
Si passa a vedere l’imbottigliamento e lo stoccaggio, l’organizzazione qui regna sovrana. L’affinamento in bottiglia è uno dei punti cardine della filosofia aziendale, la pazienza è Virtù fondamentale per chi produce grandi vini da invecchiamento.
Ci dirigiamo verso la sala degustazioni, ariosa, con quei camini enormi che ti aspetti nelle cascine Toscane.
Da bravo cavaliere però Giovanni mi fa accomodare nel “salotto”, attentamente progettato per dare “luce” ai gioielli di casa.
Velluto e marmo, giallo e nero. Un gioco estremamente raffinato di contrasti che spingono a perdersi tra i sensi ancor prima di afferrare il calice in mano.
Si parte dal Rosso di Montalcino, annata 2015. La prima sensazione e la più favolosa è il trovarsi catapultati in un giardino pieno di viole, non si fa in tempo a sdraiarsi che si viene attirati dal profumo delle ciliegie mature. Viene voglia di assaggiarle. E come ci si aspetta, la bocca è riempita di morbidezza e succosità.
Giovanni mi presenta orgoglioso l’IGT PietradOnice, un Cabernet Sauvignon in purezza che nasce da terreni a spiccato carattere minerale, come lo stesso nome evoca.
Qui, la femmina che è in me prende il sopravvento sulla degustatrice professionale… Come si fa a rimanere impassibili ai profumi dolci delle prugne, della liquirizia, del cacao e della vaniglia? La mineralità mi riporta sulla terra ma la voglia di assaggiarlo è tanta. Una potenza ricca apre le sensazioni al palato, la giovinezza è chiara, ma preannuncia una maturità splendente.
Il Brunello di Montalcino 2012 è la perfetta evoluzione del Rosso, la sua caldezza mi abbraccia infinitamente. Rosso rubino limpido, al naso esplodono frutti rossi, Viola ed un tocco di vaniglia. Al sorso è potente, con tannini molto vivaci, acidità fantastica e finale lunghissimo. Giovincello dal grande futuro.
Brunello di Montalcino “Tenuta Nuova” 2012, figlio di tanta ricerca e passione. Lui è balsamico, poi speziato con un tocco di vaniglia. Un giovane stallone da domare. Chi ama gli indisciplinati può goderne pienamente la bevibilità sostenuta da una favolosa acidità. Al contrario, lasciate che la bottiglia lo domi, vi farà fare delle meravigliose passeggiate nel bosco. Un Brunello da tenere in cantina con una grandissima capacità di invecchiamento.
Giovanni mi fa una sorpresa inaspettata. Probabilmente sa che “i diamanti sono i migliori amici delle donne” e mi presenta il Brunello di Montalcino “Cerretalto”, annata 2008.
La Vigna è storica, talmente ancorata al suo terreno che ne trasmette ogni singola sfumatura. I grappoli, mi racconta Giovanni, sono piccoli e spargoli e da qui nasce la sua estrema concentrazione. Potete immergervi nei suoi profumi e restarne incantati per ore ed ore… Profumi di prugna, frutti di bosco, liquirizia, cioccolato, pepe nero, tabacco e vaniglia. In bocca l’emozione continua, scoprendo un vino ancora giovanissimo, imponente, identitario, con un’acidità tale da renderlo potenzialmente immortale.
Un viaggio entusiasmante nell’anima più complessa di Montalcino, in cui ciliegia incrocia liquirizia, viola e componenti minerali. Un viaggio in cui scopri che Montalcino può regalare un Cabernet Sauvignon in purezza da lasciare senza parole ed in cui trovi in Cerretalto un Brunello che vive di vita propria, incomparabile proprio perché identitario. Tutto ciò legato da un filo conduttore chiamato acidità, la capacità incredibile di invecchiare…
AZ. AGR. CASANOVA DI NERI
Podere Fiesole – SP 14
Via Traversa dei Monti, KM 31,800
53024 Montalcino (SI) – Italia
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