Una giornata di lavoro come tante, presa dalle solite millemila cose da mettere in fila. Una giornata in cui non ti aspetti però di vedere uno dei più stimati enologi Italiani entrare dalla porta e voler degustare i suoi vini con te.
Lui è Roberto Cipresso, venuto personalmente a presentare il suo progetto enologico che definirei “visionario” quanto “coraggioso”; il Cipresso43.
I comuni denominatori: il Parallelo 43 (ovvero quello che attraversa, in Italia, Toscana, Umbria e Marche) e i Vitigni Autoctoni Italiani.
Questo progetto, nato dopo più di 20 anni di ricerche e tentativi, si basa sul concetto di “Terroir diffuso”, che lui definisce come
“un insieme di piccole parcelle, di vigneti straordinari, di suoli e climi ricchi di complessità che si snodano lungo un filo immaginario posto sulla fascia del 43º parallelo nord”.
Si parte dal Punto Rosso, Sangiovese e Montepulciano, che unisce due varietali così diversi quanto tipici coltivati in questo caso rispettivamente in Toscana e nelle Marche.
Si prosegue con il Pigreco, con Sangiovese coltivato ai due versanti opposti, est ed ovest, Marche e Toscana.
Si arriva infine a La Quadratura del Cerchio, in cui Sangiovese, Sagrantino e Montepulciano rappresentano i 3 punti cardine del parallelo 43 in Italia; un vino che ambisce a riunire coraggiosamente Toscana, Umbria e Marche in un bicchiere.
Roberto mi spiega perfettamente il suo percorso ed il progetto che ne è risultato. Mi racconta le modalità di gestione delle vigne, tutte di sua proprietà e delle vinificazioni. I vini Cipresso 43 non si vogliono porre tra gli “alti rappresentanti” di una tipicità, ma come espressione di una ricerca e di un campo di sperimentazione.
Vini veramente “visionari” che vanno degustati con molta attenzione e con atteggiamento differente.
Li ho portati a casa con me e mi sono concentrata su ognuno di essi con bene in testa il progetto da cui sono nati.
Sul Punto il Montepulciano la fa da padrone al naso con il suo distintivo fieno ed i suoi profumi austeri, al sorso risulta fresco e leggero, di facile bevibilità.
Il Pigreco è quello che mi ha messo più in difficoltà, con i due Sangiovese di versanti opposti che dialogano tra loro e che si aprono alle diverse interpretazioni. Il mio legame al Sangiovese, espressione identitaria ed esemplare del suo Terroir, mi rende complicatissimo cercare di dimenticare questo concetto ed “ascoltare” i sensi in senso più analitico ma anche più concettuale. È così che la marasca ed i profumi del sottobosco il giorno dopo la pioggia mi portano a dare la mia personale interpretazione di questo dialogo.
La Quadratura del Cerchio è il vino che più, a mio avviso, riflette questo progetto. Lo fa non solo perché rappresenta le 3 regioni Italiane attraversate dal 43º parallelo Nord, ma perché in realtà è l’espressione di 3 vitigni autoctoni che svelano perfettamente il concetto di base. Qui Montepulciano, Sangiovese e Sagrantino rappresentano insieme il “Terroir Diffuso”, che non vuole snaturare il concetto più profondo del termine Terroir, ma che vuole identificare in esso delle peculiarità e comuni caratteristiche che vengono espresse dai vitigni autoctoni che vi vengono coltivati.
La mia conclusione è che il Terroir ed il Terroir Diffuso sono due concetti ben distinti e che come tali vadano approcciati.
Ringrazio Roberto per la visita e per avermi spiegato la vera natura del suo progetto. Mai come in questo caso avrei avuto estrema difficoltà nella comprensione dei vini che ne fanno parte senza conoscerne la storia.
CIPRESSO 43
Roberto Cipresso
Località Bivio dell’Asso
Montalcino – Siena – Italia
Tel. 0577 835511
roberto@cipresso43.it
Valentina Di Carlo